Il senso dell'essere...

E' bello poter vivere con i fratelli occasioni particolari, che rimangano nel tuo cuore. E' meraviglioso sapere che le tue stesse sensazioni sono vissute dagli altri nello stesso modo. E' stupendo comprendere come ciò che interessa all'altro non sei tu per ciò che rappresenti, ma per ciò che sei. Vivere profondamente l'esperienza dell'amicizia, che è fondata sull'amore vicendevole che Cristo ci ha mostrato, è l'unica modalità per cui tutto ciò si può avverare. "Pietro mi ami? si, Padre, con tutti i miei limiti io mi sforzo di amarti nel fratello che mi poni dinanzi.

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lunedì 25 marzo 2013

Costretti ad amare

"Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: Capite quello che ho fatto per voi?" (Gv 13,12)

Già cosa ha fatto quell'uomo per noi? Quanto è distante quel tempo, troppo per capire il senso di quel gesto. Si potrebbe dire che quel gesto rientrasse nella normalità - questo facendo salve le indicazioni sulla purità indicate nella Torah -, ma Gesù stravolge il senso di quell'azione. Lui il Maestro - "Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono" (Gv 13,13) si cinge i fianchi, e inizia a lavare i piedi dei suoi discepoli. Gli stessi apostoli saranno rimasti sconcertati da quell'evento. Sicuramente ne avranno viste di cotte e di crude nella sequela di Gesù, ma questa... mai avrebbero immaginato una cosa simile. Gesù, il Signore, Colui che fa riacquistare la vista ai ciechi e l'udito hai sordi, l'uomo dei prodigi, delle moltiplicazioni dei pesci e dei pani, ma anche e soprattutto della resurrezione dei morti; Lui ora è in ginocchio davanti a loro e gli lava i piedi. Eppure succede! La mente di quegli uomini viene nuovamente sfidata a riorganizzarsi in una logica ulteriormente nuova. Un Dio che si fa servo; che si mette a servizio degli altri, non di nobili, ma di altri servi, di gente umile, di uomini qualunque, certo da Lui stesso scelti, ma sempre limitati nelle loro fragilità - prima Giuda e poi Pietro tradiranno palesemente Gesù e degli altri non se seppe niente, sino al momento della resurrezione -. Il Re si inginocchia, si cala nelle profondità della condizione umana. Consapevole di ciò che veramente era e di cosa stava per succedergli. Da quel momento un escalation di fatti portano l'uomo Gesù a gemere di fronte a quella consapevolezza tanto da chiedere all'Abbà di allontanare da Lui ciò che stava per succedere. Ecco l'Uomo, sottolineò Pilato indicando Gesù alla folla inebriata dal male che gridava: a morte! Ecco l'Uomo. Si è proprio qui la chiave di lettura del gesto fatto da Gesù quella sera. L'uomo che serve un altro uomo, che se ne prende cura, che se ne fa prossimo, al quale è così legato che non può fare a meno e nell'uomo Dio, che mostra il Suo vero volto di Padre e Madre che accompagna i propri figli, proprio attraverso il Figlio, nel quale sono già immersi. Quel Padre/Madre che in Luca assume il volto della Misericordia, che al ritorno del figlio non lascia spazio all'ira, ai cosiddetti " te l'avevo detto", no! prima che il figlio gli si gettasse ai piedi Lui lo abbraccia perchè già l'ha perdonato. Ora, la Misericordia indica la via per giungere alla cristificazione: "Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri"