Vorrei riportare il pensiero del nostro santo padre circa il diaconato e la figura del diacono emerso nel contesto dell'incontro di giovedì 7 febbraio 2008 con il clero di Roma presso l'aula delle benedizioni in Vaticano. Il santo padre risponde ad una domanda posta dal diac. Giuseppe Corona.
"Vorrei esprimere la mia gioia e la mia
gratitudine al Concilio, perchè ha restaurato questo importante ministero nella
Chiesa universale. Devo dire che quando ero arcivescovo di Monaco non ho
trovato forse più di tre o quattro diaconi e ho favorito molto questo
ministero, perchè mi sembra che appartenga alla ricchezza del ministero sacramentale nella Chiesa. Nello stesso
tempo, può essere anche un collegamento tra il mondo laico, il mondo
professionale e il mondo del ministero sacerdotale. Perchè molti diaconi
continuano a svolgere le loro professioni e mantengono le loro posizioni,
importanti o anche di vita semplice, mentre il sabato e la domenica lavorano
nella Chiesa. Così testimoniano nel mondo di oggi, anche nel mondo del lavoro,
la presenza della fede, il ministero sacramentale dell'Ordine. Questo mi sembra
molto importante: la visibilità della dimensione diaconale".
"Io
penso -ha ancora detto al Santo Padre al clero romano nel corso dell'incontro
di giovedì 7 febbraio 2008- che una caratteristica del ministero dei diaconi è
proprio la molteplicità delle applicazioni del diaconato. Nella Commissione
teologica internazionale, alcuni anni fa, abbiamo studiato a lungo il diaconato
nella storia e anche nel presente della Chiesa. E abbiamo scoperto proprio
questo: non c'è un profilo unico. Quanto si deve fare, varia a seconda della
preparazione delle persone, delle situazioni nelle quali si trovano. Ci possono
essere applicazioni e concretizzazioni diversissime, sempre in comunione con il
vescovo e con la parrocchia, naturalmente".
Questo
secondo stralcio della risposta del Santo Padre ad una specifica domanda da
parte di un diacono di Roma mostra come il Papa sia attento alla realtà del
diaconato che si presente in maniera diversificata e attesta una ricchezza di
presenza in tutti gli ambiti pastorali. E più avanti nella stessa risposta il
Papa dice ancora: "...potrebbero essere impegnati nel settore culturale,
oggi così importante, o potrebbero avere una voce e un posto significativo nel
settore educativo.
Pensiamo
quest'anno proprio al problema dell'educazione come centrale per il nostro
futuro, per il futuro dell'umanità. Certo, -ha detto ancora il Papa- il settore
della carità era a Roma il settore originario, perchè i titoli presbiterali e
le diaconie erano centri della carità cristiana. Questo era fin dall'inizio
nella città di Roma un settore fondamentale. Nella mia enciclica Deus Caritas
est ho mostrato che non solo la predicazione e la liturgia sono essenziali per la Chiesa e per il ministero
della Chiesa, ma lo è altrettanto l'essere per i poveri, per i bisognosi, il
servizio della caritas nelle sue molteplici dimensioni.
Quindi
spero che in ogni tempo, in ogni diocesi, pur con situazioni diverse, questa rimarrà
una dimensione fondamentale e anche prioritaria per l'impegno dei diaconi, sia
pure non l'unica, come ci mostra anche la Chiesa primitiva, dove i sette diaconi erano
stati eletti proprio per consentire agli apostoli di dedicarsi alla preghiera,
alla liturgia, alla predicazione. Anche se poi Stefano si trova nella
situazione di dover predicare agli ellenisti, agli ebrei di lingua greca e così
si allarga il campo della predicazione....".
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