Il senso dell'essere...

E' bello poter vivere con i fratelli occasioni particolari, che rimangano nel tuo cuore. E' meraviglioso sapere che le tue stesse sensazioni sono vissute dagli altri nello stesso modo. E' stupendo comprendere come ciò che interessa all'altro non sei tu per ciò che rappresenti, ma per ciò che sei. Vivere profondamente l'esperienza dell'amicizia, che è fondata sull'amore vicendevole che Cristo ci ha mostrato, è l'unica modalità per cui tutto ciò si può avverare. "Pietro mi ami? si, Padre, con tutti i miei limiti io mi sforzo di amarti nel fratello che mi poni dinanzi.

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sabato 28 aprile 2012

Breve Traccia di Lectio su Mc 10,17-31


Lectio Divina
Mc 10,17-31

Ant.  Solo in Dio riposa l’anima mia

Solo in Dio riposa l'anima mia:da lui la mia salvezza.
Lui solo è mia roccia e mia salvezza, mia difesa: mai potrò vacillare.

Fino a quando vi scaglierete contro un uomo, 
per abbatterlo tutti insieme come un muro cadente, come un recinto che crolla?

Tramano solo di precipitarlo dall'alto, godono della menzo-
gna. Con la bocca benedicono, nel loro intimo maledicono.

Solo in Dio riposa l'anima mia: da lui la mia speranza.
Lui solo è mia roccia e mia salvezza, mia difesa: non potrò vacillare.

In Dio è la mia salvezza e la mia gloria; 
il mio riparo sicuro, il mio rifugio è in Dio.

Confida in lui, o popolo, in ogni tempo;
davanti a lui aprite il vostro cuore: nostro rifugio è Dio.

Sì, sono un soffio i figli di Adamo, una menzogna tutti gli uomini: 
tutti insieme, posti sulla bilancia, sono più lievi di un soffio.

Non confidate nella violenza, non illudetevi della rapina; 
alla ricchezza, anche se abbonda, non attaccate il cuore.

Una parola ha detto Dio, due ne ho udite: 
la forza appartiene a Dio, tua è la fedeltà, Signore; 
secondo le sue opere tu ripaghi ogni uomo.

Ant.  Solo in Dio riposa l’anima mia

Invocazione allo Spirito Santo


Spirito Santo cuore dell’umanità

Spirito Santo scendi su di noi. Con la Tua grazia riempi i nostri cuor.
Con la tua forza rialza i figli tuoi, solo Tu sei i consolator.
      
Spirito Santo cuore dell’umanità, vieni e donaci unità.
Spirito Santo fuoco che sempre brucerà, vieni e infiamma tutti noi.

Tocca le labbra fa che parlino di Te. Tocca questi occhi per vedere il nostro Re.
Fa che ascoltiamo la Tua voce, o Signor. Nel nostro cuore l’amore sarà.  Rit.

momento di silenzio

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 10, 17-31)

17Mentre andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: "Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?”.  18Gesù gli disse: "Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. 19Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre". 20Egli allora gli disse: "Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza". 21Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: "Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!". 22Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni. 23Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: "Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!". 24I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: "Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio!. 25È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio". 26Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: "E chi può essere salvato?". 27Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: "Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio".
28Pietro allora prese a dirgli: "Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito”.  29Gesù gli rispose: "In verità io vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, 30che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. 31Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi".

Parola del Signore

momento per la meditazione personale e per la comunione di esperienza
                                   
 Canto

Io Ti seguirò
 
Mostrami la via per seguire Te, 
apri i miei occhi, Gesù.
Donami la forza per camminare 
sulla via che hai tracciato per me. 


La tua croce, o Dio, amerò
e con Te nel mondo la porterò.
O Signore, mia vera libertà,
se con me sarai io ti seguirò.


Mostrami la via per raggiungere Te,
venga il tuo Spirito in me.
Donami la grazia per rimanere
sulla via che mi porta a te. Rit.

Per la meditazione

-    È la seconda fase del nostro abbandono a Gesù. Prima ci ha detto di prendere la nostra croce e di seguirlo ora ci mostra in parte cosa implica la sua sequela. La sequela parte da una presa di coscienza di ciò che si è, poi del lasciare tutto ciò che la vita mi ha posto accanto, tutto ciò che mi fa apparire al mondo. Qui nasce il problema: siamo disposti a lasciare tutto ciò che mi fa apparire per essere realmente?
-    Siamo disposti a guardare negli occhi Cristo e farci amare così come Lui ci vuole, cioè liberi da ogni limitazione al nostro amore?




sabato 21 aprile 2012

Piccola traccia di Lectio su Mt 16,21-27



Lectio Divina
Mt 16,21-27

Ant.  Signore, il tuo amore vale più della vita

O Dio, tu sei il mio Dio,

dall'aurora io ti cerco, ha sete di te l'anima mia, 
desidera te la mia carne in terra arida, 
assetata, senz'acqua.

Così nel santuario ti ho contemplato, 
guardando la tua potenza e la tua gloria.
Poiché il tuo amore vale più della vita, 
le mie labbra canteranno la tua lode.

Così ti benedirò per tutta la vita: 
nel tuo nome alzerò le mie mani.
Come saziato dai cibi migliori, 
con labbra gioiose ti loderà la mia bocca.

Quando nel mio letto di te mi ricordo 
e penso a te nelle veglie notturne, 
a te che sei stato il mio aiuto, 
esulto di gioia all'ombra delle tue ali.

A te si stringe l'anima mia: la tua destra mi sostiene.
Ma quelli che cercano di rovinarmi sprofondino sotto terra, 
siano consegnati in mano alla spada, 
divengano preda di sciacalli.

Il re troverà in Dio la sua gioia; 
si glorierà chi giura per lui, 
perché ai mentitori verrà chiusa la bocca.

Ant.  Signore, il tuo amore vale più della vita

invocazione dello Spirito con un canto

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 16,21-27)

Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte  dei capi dei sacerdoti e degli scribi; e venire ucciso e risorgere il terzo giorno. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!». Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Infatti, quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? Perché il Figlio dell'uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le proprie azioni.

Parola del Signore

momento di silenzio seguito dalla meditazione prima individuale, magari rileggendo ad alta una parola, una frase che ritorna alla mente, poi la meditazione collettiva con la spiegazione della pericope e quindi il coinvolgimento dei fratelli alla spiegazione. Si continua con un canto di meditazione per poi terminare con alcuni sputi di meditazione per la settimana 

Per la meditazione

- Quante volte ci mettiamo, come Pietro, a sindacare l’operato di Dio, credendo di essere dalla parte della ragione e Dio da quella opposta?
- Rinnegare se stesso, vuol dire a mettere al primo posto l’altro, perché così ci ha insegnato Cristo con la sua morte in croce: sei disposto a lasciare ogni tuo ideale per vivere l’ideale di Gesù?
- Seguire Cristo vuol dire prendere la propria croce, ossia cambiare il punto di vista da cui poter leggere gli accadimenti della propria vita. Ti senti pronto ad abbandonarti all’amore divino che prova con il fuoco il proprio amico, ma che premia la fedeltà del credente con la vera vita?





sabato 7 aprile 2012

Santa e Serena Pasqua

Carissimo Fratello,
così ci dice il Signore: "Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati
[...], vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo,
toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il
mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei precetti e vi
farò osservare e mettere in pratica le mie leggi". Questo è già avvenuto
attraverso il battesimo e la cresima. Questo in noi è successo. Siamo
diventati veramente cristiani nel cammino con Cristo e in Cristo, ma più di
prima, con la nostra ordinazione a servi della Chiesa, sposa del nostro
Signore, siamo resi responsabili verso i fratelli di ogni razza, di ogni
estrazione sociale, di ogni grado culturale: è la vita per Cristo. E' Lui
che ci insegna la via. E' la Trinità che apre orizzonti nuovi, orizzonti di
nuove relazioni, di un servizio pieno di senso, in una vita di
com-passione, cioè di vivere concretamente con chiunque abbia bisogno di un
piccolo servo inutile: soffrire con chi soffre, gioire con chi è felice,
aiutare coloro che sono nelle difficoltà. Gesù è modello di questa vita; la
sua croce e la sua resurrezione ci danno il senso di questa vita e in
questo giorno di apparente silenzio i nostri cuori esultino come il coro
degli angeli, perchè solo in Gesù Cristo risorto, il nostro "essere"
diaconi si manifesta come originariamente era pensato: testimonianza di un
Dio che si china verso l'ultimo per accompagnarlo a vivere la vera vita
inaugurata con l'Anastasis.

Buona e Santa Pasqua a te e alla tua cara famiglia.

mercoledì 28 marzo 2012

Il servizio senza...



Durante le cena [...], si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi verso dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli di cui si era cinto. [...] Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse: "capite quello che ho fatto per voi?" Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perchè lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. (Gv 13, 2.4-5.12-14) 

Depose le vesti... Egli si alza da tavola e depone le vesti. Qui il verbo deporre è lo stesso del capitolo 10 nei vv. 11, 15, 17 e 18 nei quali Gesù, buon Pastore, dà la propria vita, dà la sua vita per le pecore e per questo il Padre lo ama, perchè Egli dà la sua vita, che dà da se stesso. Il suo "dare la vita" si connota come azione libera e liberamente accettata, nella quale e attraverso la quale si manifesta il vero significato del suo "essere con noi". E' un'atto sconvolgente: un Maestro, un Signore, si cinge di grande umiltà, annientando il suo orgoglio, la sua potenza, per mettersi ai piedi dei discepoli, di coloro che sono li, ai suoi piedi, per lavarli. Egli tocca con tutto se stesso la miseria umana. Non dovrebbe sbalordire tanto l'atto del "lavare", ma il senso di quell'azione. Il suo mettersi di fronte all'altro, del discepolo, ai suoi piedi, a terra, prostrato, per qualcosa che nemmeno gli stessi astanti comprendono. Infatti, era consuetudine di mettere a disposizione degli ospiti un catino per lavarsi i piedi e quest'azione era personale, per norma nemmeno al servo era consentito lavare i piedi al maestro, sebbene la devozione verso il proprio padrone facesse superare questo aspetto così che i servi pulissero i piedi al signore rientrato a casa. Qui Gesù stravolge gli schemi. Egli si mette al posto dello schiavo a servizio dei propri discepoli. Come atto di amicizia e di affetto i servi lavassero i piedi ai padroni, così, nella nostra pericope, Gesù come atto d'amore, si inginocchia e serve. Egli stesso dice quale sia il motivo di questo gesto: Se il Signore ha lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni gli altri. Nel servizio più umile Gesù ci mostra il senso del suo essere Signore e Maestro. L'essere Signore, kyrios e rab, non si connota come indiscussa autorità, come autarchia, ma come superamento degli schemi razionali e sociali, nel mostrarsi come umile, cioè come colui che si piega verso l'altro, senza tante pretese, senza certezze del contraccambio, senza pregiudizi e preconcetti, senza limiti, senza guardare l'altro negli occhi per cercare approvazione, senza atteggiamenti di superiorità, senza rimpianto, senza parlare, ma sprofondare nel silenzio del servizio nel quale il grande discorso dell'Amore di Dio si rende palese, si rivela nella sua portata stravolgente, coinvolgente. E' il servizio senza... fallo e basta. Il senso profondo della nostra chiamata dovrebbe essere ricercato in questo "senza"...

domenica 18 marzo 2012

Luce del mondo

Così il vangelo di Giovanni ci presenta Gesù. Ma cosa vuol dire essere "luce"? Vuol dire irradiare il suo essere stesso, così il Cristo riempie della sua stessa essenza, coloro che vengono colpiti da questo bagliore: "Manda la tua verità e la tua luce; siano esse a guidarmi, mi portino al tuo monte santo e alle tue dimore" (Sal 42,3). E' la stessa luce del Tabor che avvolge Gesù di fronte a Pietro, Giacomo e Giovanni: "E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce" (Mt 17,2). E' l'irradiazione che non lascia nulla nelle tenebre. E' la luce che per la prima volta colpisce gli occhi del cieco, al quale si aprono nuovi orizzonti, una nuova vita. Lui, che fino ad adesso ha semplicemente conosciuto solo quello che poteva conoscere con i suoi sensi sani, ora inizia a cogliere le sfumature dei colori; piano piano le ombre diventano sagome, poi forme ben precise, quindi persone, cose, la vita. Ora il cieco vede. E' la sua vita che è diversa e non può fare altro che vivere quella vita nuova; non può farne a meno. E' una dolcissima costrizione, perché ora dice "si" alla vita, alla verità che lo avvolge. E di questa luce ne diviene testimone. Emerge in lui la necessità di esserlo, perché la stessa evidenza della nuova condizione di vita lo esige - "...né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa." (Mt 5,15). Ma ciò che fa di quell'uomo un testimone della Luce è la fede in quella stessa Luce. E' la fede che lo ha fatto rinascere, che lo fa essere giorno dopo giorno forte, coraggioso, irrequieto, certo che tutto ciò a cui ha detto oggi "si" non terminano con questa lunga corsa, ma continuerà all'infinito, nell'infinito, nella contemplazione dell'origine della Luce: l'Amore. Corriamo verso la Luce e questa ci illuminerà la strada verso l'Amore. Buon cammino!

lunedì 12 marzo 2012

Anniversario di Ordinazione

Auguriamo a tutti i confratelli che oggi ricordano la loro ordinazione di vivere questo giorno particolare con grande serenità e pace nell'amore incondizionato di Gesù Cristo. Siate sempre strumenti inutili nelle mani del Signore nostro. Auguri.

giovedì 1 marzo 2012

L'occasione di incontro

Forse sembra superfluo un blog per una comunità diaconale, visto che qualcosa già c'è. Questo spazio aperto non vuole essere un'alternativa a qualcosa che già esiste, ma una possibilità maggiore di potersi incontrare oltre gli appuntamenti. Un piccolo luogo dove poter dire la propria, dove potersi fermare e riflettere ad alta voce con alcuni fratelli, che vivono lo stesso stato d'animo tormentato dall'amore di Dio. Spero che sia di gradimento a quanti utilizzeranno questo piccolissimo strumento di comunicazione, di informazione spicciola, di gioia di stare insieme.